“Molti anni fa trovai in un fienile abbandonato una cassa che conteneva dei vecchi burattini. Le teste di legno rosicchiate dai tarli, i vestiti consumati dalle tarme, erano i caratteristici personaggi della Commedia dell’arte: Arlecchino, Brighella, la Colombina, Pantalone, il Capitano, il dottor Balanzone con una corona di cartapesta in testa, e poi il Gendarme e il Diavolo.
Vi erano inoltre dei fogli: copioni, canovacci di storie che probabilmente venivano raccontate da questi burattinai che un tempo giravano per i paesi. Tra queste storie, quasi tutte illeggibili per lo stato di conservazione dei testi, una che mi ha colpito particolarmente si intitolava “Il mercante di Legnate” con la “L” di legnate, scritta in maiuscolo, come si trattasse del nome di una città. Ora, dopo molti anni, ho pensato di raccontare questa storia e di farne uno spettacolo.”
Arlecchino, povero in canna, coltiva l’ambizione di sposare la figlia del Re, il quale, naturalmente, la vuole dare in moglie ad un uomo bello ed intelligente, purché sia anche ricco e potente. Il nostro eroe si mette così in affari, vendendo ciò che ha sempre ricevuto: “sonore” legnate!
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